Immaginate che anche questa catastrofe venga dimenticata. Immaginate quante volte è già successo.
Accade un evento terribile, i media ne parlano, condividono la questione con il pubblico poi seguono notizie più recenti, attuali e terribili, e quelle precedenti – seppur ugualmente importanti – passano nel dimenticatoio.
Forza, pensateci. Quante volte è già accaduto? Quante volte ancora accadrà? Ovvio, l’essere aggiornati comporta il fatto di stare al passo con i tempi, parlare delle novità e interessarsi dei fatti recenti, ma cosa sta facendo di noi questa moda di essere sempre all’ultimo grido, in tutto e per tutto? Quando ci fermeremo a contemplare ciò che abbiamo, cosa ci accade intorno, senza passare immediatamente, una volta consumata la notizia, a questioni più “nuove”?

Da una parte ci facciamo invadere da tante informazioni (spesso anche negative) e dall’altra non sappiamo che farcene!
Quanti di noi, per esempio si sono chiesti come le vittime di terremoti e altre catastrofi degli anni passati abbiano passato il Natale? Come sta chi ha perso tutto, cosa è stato ricostruito, cosa c’è da sistemare? Quanti di voi si ricordano che i boschi dell’Agordino, prima di subire la furia di vento e acqua sono stati attaccati dalle fiamme? Quanti di noi si sono dimenticati di questo fatto, solo perché gli avvenimenti successivi hanno fatto molto più scalpore?
Quanti di noi durante un qualunque boom di notizie si sono sentiti toccati da un determinato fatto? E quanti di noi, dopo essere stati mitragliati di inforamzioni si sono preoccupati di seguire l’evolvere degli eventi? Quanti di noi hanno attivamente fatto qualcosa per risolvere la situazione?

La risposta?
Pochi! Ed è normale perché tutti siamo impegnati a vivere la nostra esistenza, indipendentemente da tutto il resto. Pensiamo che leggere il giornale e tenerci informati tramite i media ci faccia assolvere il nostro ruolo da bravi cittadini e che oltre a parlarne ci sia poco da fare. Ma è davvero così, o è una conseguenza della vita comoda e indifferente che siamo abituati a vivere? Ha senso farsi inceppare di informazioni, senza poi muovere un dito? Cosa ne è di tutto ciò che interiorizziamo?
Semplice, viene coperto da altri strati di avvenimenti, informazioni e pensieri.

Il mondo frenetico in cui vivamo non ci permette di seguire a lungo, da vicino, ciò che succede in lontanaza. Siamo tutti presi a lavorare e occupare ogni minuto libero del nostro tempo con qualcosa da fare. Ci riesce difficile trovare dei momenti da condividere con i nostri cari e per vivere la nostra vita come desideriamo. Quandomai troveremo il tempo per dedicare un po’ d’interesse alle questioni legate al “noi” e all’ambiente in cui viviamo e che condividiamo?

La nostra mente viene trascinata a destra e manca, da mille penseri, stimioli ed emozioni e più veniamo bombardati dall’esterno, più si crea chaos al nostro interno.

E la realtà è che stiamo diventando un popolo di spettatori. Di persone che fremono per realizzarsi, si tengono informate su tutto, seguono trend e mode, ma che allo stesso tempo stanno perdendo il senso di ciò che sono, fanno, hanno e possono realizzare. Siamo così focalizzati nel seguire le nostre mete che non ci godiamo più il percorso. Tutto deve accadere in fretta, concludersi in fretta, risolversi in fretta o meglio ancora.. dissolversi in fretta.

Ci stiamo dimenticando della comunità, di cosa sia aiutarsi a vicenda, creare un futuro migliore, attivamente e insieme, e che ciò che diamo – in fondo – è ciò che riceviamo. Ci stiamo dimenticando di curare l’ambiente in cui viviamo e con cui dobbiamo quotidianamente interagire.

È ora di fermarsi e valutare se è nuovamente il caso di chiudere gli occhi e proseguire verso un mondo ignoto che giorno per giorno si riempe di crepe, popolato da persone che non vedono più in lungo del proprio schermo, o è il caso di svegliarsi, iniziare a consapevolizzarsi e agire?
Noi siamo per la seconda opzione.

Crediamo che ciò che serva sia il silenzio interiore. Il silenzio dell’osservatore che non assorbe e percepisce il vero riflesso della realtà. L’osservatore che una volta valutata la situazione si impegna ad agire, diventando un creatore.

Con DOLOMITREE intendiamo agire e ricostruire una realtà perduta al più presto, mantenendo chiunque abbia la sensibilità di interessarsi al tema informati e aggiornati su quanto accade perché:

1) La questione riguarda l’ambiente e quindi tutti noi, indipendentemente dal luogo esatto in cui ci troviamo e da quanto distino le nostre residenze dai posti colpiti. Noi tutti condividiamo la Terra, che è la nostra vera casa, e che adesso va aiutata.
2) Perché ciò che è succeso non passa inosservato, però come nel caso di altre catastrofi, solo chi vi ha accesso e può vedere con i propri occhi la distruzione, riesce a farsi un’idea della gravità della situazione. È quindi importante donare visibilità all’accaduto, per fare in modo che questo tragico avvenimento non finisca nel dimenticatoio e che si continui ad agire costantemente fino a quando anche l’ultimo albero verrà raccolto e ripiantato;
3) Siamo figli e amanti di queste terre Dolomitiche, non intendiamo abbandonarle e non intendiamo dimenticare ciò che le tempeste del 29-30 ottobre hanno causato ai nostri boschi senza almeno provare a valorizzare e dare un senso a ciò che questa guerra tra elementi naturali ha sacrificato.

SIATE CON NOI.
GIULAN <3